Riforma Concorsi Pubblici 2023-2024

Riforma Concorsi Pubblici 2023-2024

By admin

La riforma dei concorsi pubblici del 2023 è stata pienamente attuata con la pubblicazione del Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) numero 82 sulla Gazzetta Ufficiale Serie Generale il 29 Giugno 2023. Il nuovo Regolamento sui concorsi pubblici, incluso nel DPR, è diventato effettivo il 14 Luglio 2023, dopo 15 giorni dalla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

L’obiettivo principale di questa riforma è accelerare i tempi delle procedure concorsuali e introdurre importanti cambiamenti nei requisiti di accesso ai concorsi pubblici. Si prevede inoltre che la digitalizzazione delle procedure concorsuali migliori la trasparenza di tali processi. È importante notare che le disposizioni del nuovo Regolamento non si applicano alle procedure di reclutamento del personale del Servizio Sanitario Nazionale e dei segretari comunali.

Questa riforma si inserisce nel contesto già modificato dal Decreto PA (Decreto Assunzioni) del 22 aprile 2023 e dal Decreto PA BIS, convertito in legge il 16 agosto 2023, che ha introdotto disposizioni urgenti riguardanti l’organizzazione della Pubblica Amministrazione, l’agricoltura, lo sport e il lavoro.

Riforma dei concorsi pubblici: modifiche al d.p.r. n. 487 del 1994

La riforma dei concorsi pubblici introduce significative modifiche al Decreto del Presidente della Repubblica (DPR) numero 487 del 1994. Il nuovo Regolamento, composto da quattro articoli, si concentra principalmente sulle modifiche apportate all’articolo 1, intitolato “Modifiche al decreto del Presidente della Repubblica 9 maggio 1994, n. 487”.

Le finalità principali della riforma sono le seguenti:

  1. Semplificazione delle procedure di accesso agli impieghi pubblici. La disciplina riguardante l’accesso alle posizioni nelle pubbliche amministrazioni viene snellita per garantire una maggiore efficienza e ridurre i tempi delle procedure concorsuali.
  2. Aggiornamento e digitalizzazione delle procedure concorsuali. Le modalità di svolgimento dei concorsi pubblici vengono aggiornate e digitalizzate per rendere più trasparenti e accessibili i processi di selezione.
  3. Promozione della parità di genere: Sono introdotte misure per garantire effettivamente la parità di genere nei concorsi pubblici, inclusa l’aggiornamento dei criteri di riserva e preferenza per favorire una maggiore inclusione e diversità nei ruoli pubblici.

Con il supporto di Marco Gasparri, leader e fondatore di Magas Consulting srl, approfondiremo ora i dettagli più rilevanti di queste modifiche al fine di comprendere appieno l’impatto della riforma sui concorsi pubblici.

Accesso e requisiti nei concorsi pubblici: le novità della riforma

La riforma dei concorsi pubblici ha introdotto importanti modifiche riguardanti le modalità di accesso e i requisiti generali per partecipare alle selezioni pubbliche. Secondo il nuovo Regolamento, le pubbliche amministrazioni incaricate di bandire i concorsi devono adottare la tipologia selettiva più adatta alla specificità dei profili professionali richiesti, che può comprendere concorsi per esami, concorsi per titoli ed esami, o corsi-concorso.

Durante le procedure concorsuali, devono essere garantiti i principi di imparzialità, efficienza ed efficacia, adeguandoli alle necessità dell’amministrazione reclutante e assicurando celerità nel loro svolgimento. È previsto l’utilizzo di sistemi automatizzati per forme di preselezione e selezione decentralizzate a livello territoriale.

Per quanto riguarda i requisiti di accesso al pubblico impiego, ha precisato Marco Gasparri, i candidati devono possedere la cittadinanza italiana o i requisiti previsti per cittadini stranieri, essere maggiorenni e godere dei diritti civili e politici. Inoltre, devono essere idonei fisicamente all’impiego, se richiesto, e possedere i titoli di studio e le esperienze lavorative specificati nel bando di concorso.

La novità più rilevante è l’apertura alle selezioni anche per i titolari dello status di rifugiato con diritto alla protezione sussidiaria o asilo, oltre ai cittadini italiani, dell’UE e stranieri con diritto di soggiorno di lungo periodo. La partecipazione non è soggetta a limiti di età, salvo deroghe previste dalle singole amministrazioni. Infine, le amministrazioni possono sottoporre i vincitori di concorso a visite mediche conformemente alla normativa vigente.

Modifiche nella procedura di pubblicazione dei badi di concorso e nel sito InPA

La riforma dei concorsi pubblici del 2023 ha introdotto significativi cambiamenti riguardanti la gestione dei bandi di concorso e le modalità di partecipazione tramite il portale InPA. Secondo il nuovo regolamento, i bandi di concorso non saranno più pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale, ma saranno resi disponibili esclusivamente sul portale InPA e sui siti istituzionali delle pubbliche amministrazioni. Questo cambiamento mira a semplificare le procedure e a ridurre il contenzioso derivante dall’uso delle tecnologie informatiche per la presentazione delle domande di partecipazione.

In risposta a una specifica richiesta del Consiglio di Stato, sono stati introdotti strumenti finalizzati a minimizzare il contenzioso relativo all’utilizzo delle tecnologie informatiche per la presentazione delle domande di partecipazione ai concorsi pubblici. In più, questa riforma ha avuto come obiettivo quello di garantire una effettiva tutela della parità di genere. I bandi di concorso devono indicare la percentuale di rappresentatività di ciascun genere all’interno dell’amministrazione procedente, calcolata alla data di adozione del bando.

Nel caso in cui la differenza percentuale tra i generi superi il 30%, a parità di titoli e meriti, sarà data precedenza al genere meno rappresentato. La riforma prevede inoltre che le prove concorsuali debbano essere svolte con l’adozione di misure compensative per coloro che soffrono di disturbi specifici di apprendimento (DSA). Le donne in gravidanza o in maternità possono partecipare alle prove anche se non riescono a rispettare il calendario previsto dal bando a causa dello stato di gravidanza o allattamento. È prevista la possibilità di espletare prove asincrone e di prevedere spazi appositi per l’allattamento.

Durante la valutazione del servizio prestato nei concorsi, le assenze dovute a maternità, allattamento e paternità sono equiparate al servizio effettivamente svolto e non comportano la decurtazione del punteggio. La riforma ha introdotto numerosi cambiamenti riguardo alle riserve e alle preferenze. Ad esempio, i figli dei medici, infermieri e operatori socio-sanitari deceduti a causa del Covid-19 matureranno un titolo di preferenza a parità di punteggio. Inoltre, vi è un favore per coloro che hanno prestato il servizio civile.

Novità per le commissioni esaminatrici e modalità di erogazione delle prove scritte

La composizione delle commissioni esaminatrici è uno degli aspetti più discussi e soggetti a contenzioso amministrativo nella riforma dei concorsi pubblici. L’obiettivo della riforma è coinvolgere diverse figure professionali nella composizione delle commissioni. Secondo il nuovo regolamento, le commissioni devono essere composte da tecnici esperti nelle specifiche materie del concorso, selezionati tra i dipendenti di ruolo delle Amministrazioni, docenti e anche persone esterne alle stesse.

Si prevede inoltre la possibilità di includere specialisti in psicologia e risorse umane all’interno delle commissioni, ampliando così le competenze coinvolte nel processo di valutazione. Un’altra novità è la possibilità per le commissioni di svolgere il proprio lavoro in modalità telematica, adattandosi ai nuovi standard digitali. Inoltre, viene applicato il principio della parità di genere (uomo-donna) anche nella formazione delle commissioni esaminatrici.

Secondo la nuova riforma, le amministrazioni che indicono un concorso pubblico devono contemporaneamente pubblicare degli avvisi sul portale InPa per la raccolta delle candidature di coloro che desiderano diventare membri delle commissioni esaminatrici. La digitalizzazione delle prove scritte rappresenta un ulteriore passo avanti introdotto dalla riforma. Gli elaborati dovranno essere redatti in modalità digitale attraverso gli strumenti forniti per lo svolgimento delle prove.

La commissione è tenuta a garantire che il file salvato dal candidato non sia modificabile, assicurando così l’integrità e la trasparenza del processo. Inoltre, un aspetto rilevante della nuova riforma è che fino al 31 dicembre del 2026 i bandi di concorso possono prevedere, per i profili non apicali, lo svolgimento della sola prova scritta, adattandosi alle esigenze di digitalizzazione e semplificazione delle procedure concorsuali.

Novità per le graduatorie, le assunzioni di idonei e vincitori durata delle selezioni

Le graduatorie dei concorsi pubblici per il reclutamento del personale, secondo il nuovo Regolamento, rimangono valide per due anni dalla data di approvazione. In caso di contestazione delle graduatorie, il termine di impugnativa decorre dalla pubblicazione sul portale InPA e sul sito dell’Amministrazione interessata, senza più tener conto della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Un’altra innovazione riguarda il termine per l’assunzione da parte degli idonei o dei vincitori. Coloro che non assumono servizio entro il termine stabilito decadono dalla graduatoria. Questa disposizione, insieme alla norma che limita lo scorrimento delle graduatorie, impatterà notevolmente sul sistema di selezione.

Per quanto riguarda la durata delle selezioni pubbliche, queste dovrebbero concludersi entro 6 mesi. L’eventuale superamento di questo termine deve essere giustificato da una relazione collegiale della commissione esaminatrice, da inviare al Dipartimento della Funzione Pubblica o all’amministrazione procedente.

Il decreto legge n.44 del 22 aprile 2023, noto anche come “Decreto Assunzioni”, ha introdotto una norma che riserva il 15% dei posti nei concorsi pubblici per gli operatori volontari che hanno completato il servizio civile universale. Tuttavia, alcune quote di riserva esplicitate da leggi speciali e la riserva per le categorie protette rimangono valide.

È importante notare che i concorsi pubblici unici possono essere organizzati su base territoriale, definendo le modalità di utilizzo e cessione delle graduatorie tra enti partecipanti. L’associazione Formez PA può essere coinvolta nella costituzione dei comitati di vigilanza.

Infine, una disposizione significativa riguarda la considerazione degli idonei nelle graduatorie finali dei concorsi pubblici. Viene considerato idoneo il candidato collocato entro il 20% dei posti successivi all’ultimo bandito. In caso di rinuncia o dimissioni entro sei mesi dall’assunzione, l’amministrazione può procedere allo scorrimento della graduatoria.

Le novità del Decreto PA bis

Il Decreto PA bis, convertito in legge e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale – Serie Generale n.190 del 16-08-2023 (Legge 10 agosto 2023 n. 112), ha introdotto significative innovazioni per il reclutamento nelle Pubbliche Amministrazioni, allineandosi con i tempi previsti dal PNRR e dalla riforma dei concorsi pubblici.

Tra le novità più rilevanti, si segnala che il legislatore ha apportato modifiche alla norma che riguarda la “taglia idonei”. Le modifiche hanno stabilito che il limite del 20% per le graduatorie concorsuali non si applica ai concorsi:

  • per il reclutamento del personale educativo e scolastico, impiegato nei servizi gestiti direttamente dai Comuni e dalle Unioni di comuni;
  • degli enti locali o di enti o agenzie da questi controllati o partecipati, che prevedano un numero di posti messi a concorso non superiore a venti unità;
  • banditi dai Comuni con una popolazione inferiore a 3.000 abitanti;
  • per assunzioni a tempo determinato.

Queste disposizioni, ha concluso Marco Gasparri, mirano a semplificare e accelerare le procedure di reclutamento nelle pubbliche amministrazioni, favorendo un maggior adattamento alle esigenze e ai tempi delle attività pubbliche.