No alla TAV: cosa ne pensa Marco Gasparri

By redazione

Quello dalla TAV è un argomento che nel nostro Paese ha da sempre suscitato un grandissimo interesse oltre ad essere diventato un terreno di polemica e scontri politici. Facciamo un pò di storia…

La TAV S.p.A. (Treno Alta Velocità S.p.A) era una società appartenente al Gruppo Ferrovie dello Stato fondata per la pianificazione, progettazione e realizzazione di linee ferroviarie ad alta velocità ed alta capacità. La prima tratta realizzata fu la Direttissima Firenze-Roma, inaugurata nel 1992. Nel corso degli anni, a fronte di queste nuove infrastrutture, sono nati movimenti di opposizione cittadina identificati con il termine No TAV. Tali movimenti si oppongono in particolar modo alla loro reale utilità in rapporto al costo oneroso e all’impatto ambientale che una infrastruttura del genere richiede.

La TAV intesa come asse Torino-Lione

L’acronimo NO TAV si riferisce però in questi ultimi anni anche al progetto Torino-Lione, una delle opere indicate nel regolamento 1315 del 2013 sui Ten T, cioè le grandi reti infrastrutturali nel settore dei trasporti ed è di questo che ci occupiamo in questo articolo grazie anche all’ausilio di Marco Gasparri. La Commissione Europea sembra infatti pronta ad inviare una lettera all’Italia per ribadire, semmai ce ne fosse bisogno, che un eventuale “no” alla TAV (la Torino-Lione appunto), comporterà non solo la violazione ai regolamenti Ue del 2013 ma anche la perdita di circa 800 milioni di euro. In sostanza si richiede all’Italia di lanciare, insieme alla Francia, i bandi di gara previsti dal regolamento firmato dai due stati nell’ottica della Connection Europe Facility. Se entro la fine del mese questo non accadrà, verranno bloccati i primi 300 milioni e gli stessi lavori.

Sulla situazione è intervenuto Marco Gasparri, fondatore della Magas Consulting, azienda specializzata nell’ausilio alle aziende interessate a partecipare a bandi di gara sia pubblici che privati. Di seguito la sua testimonianza:

La TAV non è un’opera che collega Torino a Lione, bensì è il terminale di un’opera che collega Pechino a Lisbona lungo la direttrice est-ovest e, lungo la direttrice sud-nord, è la cerniera delle vie di comunicazione che vanno dai Paesi del Nord Africa fino al Nord della Germania. Dimenticarci, come Stato, del nostro inserimento geopolitico e non favorire lo sviluppo ci condanna a una lenta e felice decrescita.”